Ogni partito, movimento, rivoluzionario o meno che cerchi di conquistare il potere, si è sempre valso della spinta dei giovani, che all'esuberanza tipica dell'età accompagnano il desiderio di emergere e «fare politica››.Per non parlare dell'attuale «successo» di Movimenti, realizzato dai volti nuovi affacciatisi alla politica italiana, e non certo di quelli consunti, tristi e rugosi della prima e seconda repubblica il partito delle sinistre ha impiegato 40 anni per conquistare la simpatia delle giovani generazioni, profondendo a tale scopo molti mezzi, la Chiesa non è stata da meno, creando miriadi di organizzazioni, spesso in contrasto fra loro, annullando però anche l'applicazione delle vocazioni. Questa caccia ai giovani, ai loro consensi è condotta un po' da tutti, dalle forze politiche a quello sociali e da quelle imprenditoriali sono divenuti un poco accalappiacani Chi sembra invece insensibile al fascino delle giovani generazioni è la Destra Politica. Poco fa per accattivarsi la simpatia e i consensi dei giovani, e quel poco lo fa in maniera grossolana ed infruttuosa, rivolgendo attenzioni verso minoranze già politicizzate, tentando recuperi nei confronti di forze che non appartengono alla destra e che non sono mai ad essa appartenute. Ci si dimentica della maggior parte dei giovani normali, vanno a scuola, all'università senza scioperare oppure occupare le sedi perché le votazioni «democratiche» non sono andate come volevano, lavorano e cercano il lavoro, non campano col reddito di cittadinanza, perché è più facile non lavorare, ritirare la paghetta a fine mese, desiderano tranquillità e sicurezza, credono nei valori tipici della Destra politica, anche se essa non sempre riesce a tutelarli. Forse manca l'uomo o la donna che li inviti, li sproni e li incuriosisca. Forse mancava. Vedremo, se vi sarà questa cartina tornasole. Così questo enorme esercito di giovani «normali» andrà ad ingrossare le file dei partiti cosiddetti tradizionali, i quali uniscono in un'unica condanna tutti i partiti politici, rei di disattendere le loro aspirazioni. Ma perché la destra politica ha sempre goduto dell'apporto di tantissimi e qualificati giovani non riesce più a suscitare il loro interesse, almeno fino all'avvento di Giorgia Meloni? Secondo noi la causa va ricercata nel non fare politica nel mondo della destra giovanile in questi ultimi anni rimasto invischiato tra un non dissimulato senso di apatia (dovuto alla mancanza di informazione reale e non fittizia da parte di certi media) ed il timore di venir meno a quell'umanesimo che indirettamente ha imprigionato ogni sua timida iniziativa. È il prezzo che si paga oggi, per aver rinunciato a quella effettiva autonomia che avrebbe dovuto rappresentare la base di ogni seria e fruttuosa politica giovanile. Le organizzazioni giovanili dovrebbero rappresentare il fiore all'occhiello di ogni movimento che intenda confezionare gli indirizzi di una Nazione. Essere pungolo e stimolo, suggerire iniziative e sollecitare dibattiti, stimolare la spregiudicatezza culturale. Poco di tutto ciò è avvenuto a destra fino ad ora, sino al nuovo corso che la Meloni invece ha ed intende ribaltare. Fino ad ora i vertici giovanili si sono preoccupati di scimmiottare, e male, i vertici degli anziani il mondo giovanile, ci duole dirlo, rappresenta l”acqua più ferma di uno stagno che si prosciuga lentamente senza che alcuno si preoccupi di fermare l'emorragia. Che senso ha parlare in questa situazione di mobilitazione, di rinnovamento, di terza via. Sono parole prive di sostanza almeno fino al 25/09/2022.Per poter riprendere una situazione d'attacco, occorre cambiare la mentalità di certi ambienti di dirigenti giovanili che sono vecchi già a vent'anni, ma ne hanno molti di più. Ora si avrà il tempo da utilizzare per creare una nuova e determinata classe dirigente giovanile, una coscienza giovanile, come scriveva Alfredo Oriani alla prefazione di «Rivolta ideale» perché questa deve essere la caratteristica delle nuove generazioni, ovvero marciare, di non sostare se non il tempo strettamente necessario per precisare le mete, per poi raggiungerle il più rapidamente possibile. Con l'attuale vittoria del centro destra alle ultime elezioni molti hanno intonato e cavalcato, perché gli faceva comodo e pubblicità gratuita, lo spauracchio del fascismo, nel 2022 non si può più parlare del ritorno del fascismo, ma va ricordato che l°età della classe dirigente fascista che nel 1922 prese il potere era di poco superiore ai 30 anni. Lo stesso Mussolini quando formò i fasci di combattimento aveva da poco compiuto i 36 anni. Ma il tutto tace il tutto è fermo, non ci porterà a niente, il futuro dei giovani è già l'oggi per tutta la Nazione, per tutta l'Europa.
Nell’anno del centenario della morte di Eleonora Duse, il Vittoriale degli Italiani inaugura la stagione primaverile con la festa “Ho coronato la saggezza oggi e acceso il gran fuoco” che s i terrà sabato 9 marzo dalle ore 16.00 nella casa-museo di Gabriele d’Annunzio a Gardone Riviera. Ma chi era Eleonora Duse? Nata a Vigevano, 3 ottobre 1858 è stata un'attrice teatrale italiana, considerata una delle più grandi di tutti i tempi. Soprannominata "la divina" per la sua sensibilità interpretativa e la sua impareggiabile capacità di trasmettere emozioni, Duse calcò i palcoscenici di tutto il mondo, incantando il pubblico con la sua naturalezza e la sua intensità emotiva. Duse era una perfezionista instancabile , sempre alla ricerca di nuove sfide artistiche. La sua recitazione era caratterizzata da una naturalezza disarmante e da un'intensità emotiva che lasciava il pubblico senza fiato. Era capace di comunicare con il solo sguardo, con un gesto o un sospiro. Una f...
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