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Brescia stà rimontando la polemica in merito alla statua del Bigio realizzata
da Arturo Dazzi. Il Dazzi è stato uno scultore italiano. Nato il 18 novembre
1874 a Carrara, in Toscana, Dazzi è noto per le sue opere in marmo e bronzo,
che spaziano da ritratti a sculture allegoriche e monumenti pubblici. Dazzi si
formò all'Accademia di Belle Arti di Carrara e successivamente studiò a
Firenze. Arturo Dazzi morì a Carrara il 20 giugno 1956, lasciando dietro di sé
un'impronta significativa nel panorama artistico italiano. Le sue opere possono
essere ammirate in diverse città italiane e all'estero. Ma ora veniamo al
Bigio, le diverse idée politiche possono oscurare l'arte? Mi viene in mente
solo, secondo il mio parere ma che calza bene, la Censura, usata nei regimi politici
autoritari o repressive. La censura limita la libertà di espressione degli
artisti e può portare all'oscuramento dell'arte. Tuttavia l'arte ha dimostrato
una straordinaria capacità di resistenza e di superare gli ostacoli politici.
Gli artisti continuano e continueranno, spero, a trovare modi creativi per
esprimere se stessi. L'arte può essere una forza potente per I cittadini e per
questo non può essere messa in disparate in un magazzino ma esposta nel luogo
più idoneo o nel luogo per cui è stata create. Limitare l’arte, il non
permettere al popolo di ammirare quanto gli artisti hanno creato è limitare la
conoscenza. Auspico che sulla scelta di non esporre in piazza Vittoria il Bigio,
inteso come opera d’arte e non come un simbolo del passato, l’amministrazione
di Brescia ci possa ripensare. L’arte deve essere intesa come tale e non come
una diatribe fra forze politiche per il bene dei cittadini e degli Italiani.
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