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La disinformazione e le fack news

 

Ora che purtroppo un’altra guerra è scoppiata ricompaiono le notizie false o meglio le facke news, in particolare su canali con X o per chi se lo ricorda prima era Twitter. Twitter o X che dir si voglia è finito la mattina del 7 ottobre, dopo l’attacco a sorpresa di Hamas, mentre iniziava il contrattacco israeliano. X è diventato un canale senza più nessun controllo dove ognuno senza cognizione di causa scrive qualcosa.

Twitter era il luogo, anche se non fisico, dove potevi effettivamente avere il polso di cosa stava succedendo. Venivano postate foto, notizie prima dei giornali o della televisione. Poi Musk ha cambiato tutto, smantellando in primis i moderatori, coloro che cancellavano contenuti violenti o palesemente falsi. Annullando gli utenti certificati, quelli con la famosa spunta blu, ora tutti possono essere utenti certificati basta pagare 8 dollari al mese per essere autorevoli. Il risultato è sotto gli occhi di tutti nelle ore immediatamente successive all’attacco di Hamas e al contrattacco israeliano, ci sono state propinate immagini e notizie che nulla avevano a che fare col conflitto. X è travolta dalla disinformazione, l’amministratore delegato afferma di doversi occupare «della sicurezza della piattaforma» mente ciò che resta dei moderatori arranca. Anche il vecchio Twitter non era un mostro di autorevolezza ma rispetto a X qualcosa di meglio c’era visto che ora l’algoritmo premia chi paga e non chi è affidabile. Vorrei ricordare che la disinformazione è la diffusione di notizie false o fuorvianti, spesso con l'intento di danneggiare o manipolare l'opinione pubblica. In un mondo sempre più digitalizzato, la disinformazione è diventata un problema sempre più grave, anche a causa della facilità con cui si può diffondere notizie false su internet.

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