Ben
inseriti, sereni nonostante un
vissuto non facile. Degli insospettabili, insomma. È il ritratto, fatto da chi nelle comunità alloggio che
li ospitavano li ha conosciuti, dei sette egiziani fermati per
avere stuprato, davanti al fidanzatino, una 13enne catanese. Un giudizio che ha mio avviso oltre che far pensare alla
mancanza di intelligenza, gratitudine e senso civico dei ragazzi mi fa pensare
che anche gli operatori manchino di professionalità o capacità valutative. So
che questa affermazione scatenerà nei miei confronti le ire di molti che dopo
fatti del genere sono sempre pronti a difendere chiunque ma questa volta la
difesa non deve esserci, si tratta non di un fatto grave ma gravissimo che non
deve trovare da parte di nessuno scusanti. Lo stupro è
un crimine odioso che sconvolge la vita delle vittime, specialmente quando
coinvolge giovani vulnerabili. È nostro dovere collettivo condannare senza
riserve tali atti. Il caso in questione deve richiedere un approccio urgente e
deciso. Per quanto riguarda il sistema giuridico, è necessario garantire che le
leggi contro lo stupro siano rigorose e applicate. Le pene dovrebbero essere
proporzionate alla gravità del crimine. Inoltre, è cruciale sfatare i miti
culturali che possono perpetuare la violenza sessuale. La società deve
respingere l'idea erronea che una vittima possa essere in qualche modo
responsabile del proprio assalto. La colpa deve sempre ricadere
sull'aggressore, in questo caso sugli aggressori e mi auguro che non ci si
trovi nuovamente di fronte a pene miti ed a processi lunghi.
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